Tecnologia blockchain: di cosa si tratta?
Con il termine blockchain, si intende una struttura di dati condivisa e immutabile. Si tratta quindi di una sorta di registro digitale costituito da una serie di nodi collegati l'un l'altro tramite dei link. Il database creato tramite la tecnologia blockchain è organizzato in "blocchi", all'interno dei quali vengono inseriti una serie di dati che non possono essere retroattivamente mutati, se non a seguito dell'autorizzazione dei nodi della rete. E' proprio questo l'aspetto più interessante di questa nuova tecnologia: l'immutabilità dei dati che vengono inseriti all'interno dei database.
Se inizialmente questa tecnologia è stata creata per svolgere la funzione di libro mastro, ovvero registro di tutte le transazioni di pagamento del Bitcoin, la valuta digitale, questa viene oggi considerata come una tecnologia possibile da applicare a svariati ambiti.
L'applicazione della tecnologia blockchain come aiuto per migranti e rifugiati
Uno dei principali problemi che incontrano migranti e rifugiati una volta abbandonato il proprio paese natio per un'altra destinazione è legato al fatto di riuscire a trovare il proprio posto nel mercato del lavoro del paese di accoglienza.
Se le cosiddette "competenze formali", ovvero quelle relative a competenze apprese, ad esempio, all'interno di un istituto di insegnamento superiore o universitario, possono essere certificate e riconosciute dai paesi di accoglienza, soprattutto grazie ad accordi stipulati a livello internazionale, la situazione risulta ben più complessa per le competenze non formali o informali. Queste, infatti, non possono essere apprese, ma sono spesso innate o vengono maturate nel corso della vita personale e/o professionale di ciascuno di noi. Facciamo riferimento, ad esempio, a competenze come l'abilità di lavorare in gruppo, il saper relazionarsi con gli altri o il fatto di affrontare positivamente momenti di forte stress o tensione.
Per un migrante o un rifugiato può essere fondamentale riuscire a certificare in un qualche modo anche questo tipo di competenze, soprattutto qualora non se ne possiedano di tipo formale. Il problema rimane come riuscire a dimostrare di essere dotati di determinate competenze o qualità. Se il self-assessment o il superamento di un test attitudinale possono essere dei buoni metodi per dimostrare le proprie competenze informali, questi spesso risultano troppo dispendiosi, soprattutto in materia di tempo, o insoddisfacenti da parte del datore di lavoro, che desidera ottenere la garanzia e la certezza delle competenze di cui un candidato è dotato, prima di procedere in termini di assunzione.
Come adattare la tecnologia blockchain alla risoluzione di questo problema?
I migranti o i profughi potrebbero utilizzare la tecnologia blockchain per creare dei portfolio virtuali in cui inserire video, test o altre prove che possano permettere ai datori di lavoro di verificare le loro competenze. In questo modo, essendo i dati inseriti all'interno dei database che sfruttano la tecnologia blockchain immutabili, gli eventuali datori di lavoro potrebbero avere la certezza che quanto inserito all'interno di questi sia invariabile e potrebbero verificare direttamente le capacità e competenze che l'individuo afferma di avere. Allo stesso tempo, questi potrebbero facilmente mettersi in contatto con gli ex-datori di lavoro che risiedono nel paese d'origine del migrante o del rifugiato, al fine di ottenere un feedback sulle capacità e competenze dell'individuo in questione.
Con il termine blockchain, si intende una struttura di dati condivisa e immutabile. Si tratta quindi di una sorta di registro digitale costituito da una serie di nodi collegati l'un l'altro tramite dei link. Il database creato tramite la tecnologia blockchain è organizzato in "blocchi", all'interno dei quali vengono inseriti una serie di dati che non possono essere retroattivamente mutati, se non a seguito dell'autorizzazione dei nodi della rete. E' proprio questo l'aspetto più interessante di questa nuova tecnologia: l'immutabilità dei dati che vengono inseriti all'interno dei database.
Se inizialmente questa tecnologia è stata creata per svolgere la funzione di libro mastro, ovvero registro di tutte le transazioni di pagamento del Bitcoin, la valuta digitale, questa viene oggi considerata come una tecnologia possibile da applicare a svariati ambiti.
L'applicazione della tecnologia blockchain come aiuto per migranti e rifugiati
Uno dei principali problemi che incontrano migranti e rifugiati una volta abbandonato il proprio paese natio per un'altra destinazione è legato al fatto di riuscire a trovare il proprio posto nel mercato del lavoro del paese di accoglienza.
Se le cosiddette "competenze formali", ovvero quelle relative a competenze apprese, ad esempio, all'interno di un istituto di insegnamento superiore o universitario, possono essere certificate e riconosciute dai paesi di accoglienza, soprattutto grazie ad accordi stipulati a livello internazionale, la situazione risulta ben più complessa per le competenze non formali o informali. Queste, infatti, non possono essere apprese, ma sono spesso innate o vengono maturate nel corso della vita personale e/o professionale di ciascuno di noi. Facciamo riferimento, ad esempio, a competenze come l'abilità di lavorare in gruppo, il saper relazionarsi con gli altri o il fatto di affrontare positivamente momenti di forte stress o tensione.
Per un migrante o un rifugiato può essere fondamentale riuscire a certificare in un qualche modo anche questo tipo di competenze, soprattutto qualora non se ne possiedano di tipo formale. Il problema rimane come riuscire a dimostrare di essere dotati di determinate competenze o qualità. Se il self-assessment o il superamento di un test attitudinale possono essere dei buoni metodi per dimostrare le proprie competenze informali, questi spesso risultano troppo dispendiosi, soprattutto in materia di tempo, o insoddisfacenti da parte del datore di lavoro, che desidera ottenere la garanzia e la certezza delle competenze di cui un candidato è dotato, prima di procedere in termini di assunzione.
Come adattare la tecnologia blockchain alla risoluzione di questo problema?
I migranti o i profughi potrebbero utilizzare la tecnologia blockchain per creare dei portfolio virtuali in cui inserire video, test o altre prove che possano permettere ai datori di lavoro di verificare le loro competenze. In questo modo, essendo i dati inseriti all'interno dei database che sfruttano la tecnologia blockchain immutabili, gli eventuali datori di lavoro potrebbero avere la certezza che quanto inserito all'interno di questi sia invariabile e potrebbero verificare direttamente le capacità e competenze che l'individuo afferma di avere. Allo stesso tempo, questi potrebbero facilmente mettersi in contatto con gli ex-datori di lavoro che risiedono nel paese d'origine del migrante o del rifugiato, al fine di ottenere un feedback sulle capacità e competenze dell'individuo in questione.
Technologie blockchain : de quoi s’agit-t-il ?
Avec le terme blockchain, on indique une structure de données partagée et immuable. Il s’agit donc d’une sorte de registre numérique composé par une série de chaines de blocs liées l’une à l’autre par des liens. La base de données de type blockchain est en fait organisée en « blocs », à l’intérieur desquels on insère une série de données qui ne peuvent pas être modifiées rétroactivement, sauf si on reçoit une autorisation de la part de tous les « blocs » du réseau. Celui-ci est l’aspect le plus intéressant de cette nouvelle technologie : l’immuabilité des données qu’on insère dans la base de données.
Initialement, cette technologie a été créée afin d’exercer la fonction de « grand livre des comptes », c’est-à-dire un registre de toutes les transitions de payement du bitcoin, la monnaie numérique. Aujourd’hui, en revanche, elle est considérée comme une forme de technologie applicable à différents domaines.
L'application de la technologie blockchain comme aide pour les migrants et les réfugiés
Un des principaux problèmes que les migrants et les réfugiés rencontrent lorsqu’ils quittent leurs pays pour une nouvelle destination est lié à leur aptitude à faire leur place sur le marché du travail du pays d’accueil.
Si les « compétences formelles », c’est-à-dire celles concernant des compétences qu’on a apprises, par exemple, à l’intérieur d’un institut supérieur ou d’une université, peuvent facilement être certifiées et reconnues par le pays d’accueil, grâce à des accords signés au niveau international, la situation résulte plus complexe en matière de compétences non formelles ou informelles. Celles-ci, en effet, ne peuvent pas être apprises, mais sont souvent innées ou sont accumulées tout au long de la vie personnelle et/ou professionnelle de chacun. On fait référence, par exemple, à des compétences comme la capacité de travailler en groupe, l'aisance relationnelle ou la capacité à affronter des situations de fort stress ou de tension.
Pour un migrant ou un réfugié il peut être fondamental de réussir à certifier également, d’une certaine manière, ce type de compétences, surtout dans le cas où on ne possède aucune compétence formelle. Un problème persiste: comment faire pour parvenir à démontrer que l'on est doté de certaines compétences ou qualités. Si un self-assessment ou la réussite d’un test d’aptitude peuvent être des bonnes méthodes afin de montrer ces propres compétences informelles, ceux-ci résultent souvent trop dispendieux, surtout en ce qui concerne le temps nécessaire, ou insatisfaisantes de la part d’un employeur, qui exige une vraie garantie des compétences du candidat, avant de décider de l'embaucher ou pas.
Comment est-ce qu’on adapte la technologie blockchain à la résolution de ce problème ?
Les migrants ou les réfugiés pourraient utiliser la technologie blockchain afin de créer un portfolio numérique dans lequel insérer des vidéos, des tests ou d’autres épreuves qui puissent permettre aux employeurs de vérifier leurs compétences. Voilà comment, en ajoutant les informations à l’intérieur des bases de données qui exploitent l’immuable technologie blockchain, les potentiels employeurs pourraient avoir la certitude que ceux que les individus ont insérés dans leurs portfolios est réellement avéré. Ils peuvent également avoir la possibilité de vérifier directement les capacités et les compétences que chaque individu affirme avoir et, en même temps, ils peuvent facilement communiquer avec les ex-employeurs qui se trouvent dans les pays d’origine des migrants ou des réfugiés et qui peuvent ainsi donner un feedback sur les capacités et les compétences d’un certain individu.
Avec le terme blockchain, on indique une structure de données partagée et immuable. Il s’agit donc d’une sorte de registre numérique composé par une série de chaines de blocs liées l’une à l’autre par des liens. La base de données de type blockchain est en fait organisée en « blocs », à l’intérieur desquels on insère une série de données qui ne peuvent pas être modifiées rétroactivement, sauf si on reçoit une autorisation de la part de tous les « blocs » du réseau. Celui-ci est l’aspect le plus intéressant de cette nouvelle technologie : l’immuabilité des données qu’on insère dans la base de données.
Initialement, cette technologie a été créée afin d’exercer la fonction de « grand livre des comptes », c’est-à-dire un registre de toutes les transitions de payement du bitcoin, la monnaie numérique. Aujourd’hui, en revanche, elle est considérée comme une forme de technologie applicable à différents domaines.
L'application de la technologie blockchain comme aide pour les migrants et les réfugiés
Un des principaux problèmes que les migrants et les réfugiés rencontrent lorsqu’ils quittent leurs pays pour une nouvelle destination est lié à leur aptitude à faire leur place sur le marché du travail du pays d’accueil.
Si les « compétences formelles », c’est-à-dire celles concernant des compétences qu’on a apprises, par exemple, à l’intérieur d’un institut supérieur ou d’une université, peuvent facilement être certifiées et reconnues par le pays d’accueil, grâce à des accords signés au niveau international, la situation résulte plus complexe en matière de compétences non formelles ou informelles. Celles-ci, en effet, ne peuvent pas être apprises, mais sont souvent innées ou sont accumulées tout au long de la vie personnelle et/ou professionnelle de chacun. On fait référence, par exemple, à des compétences comme la capacité de travailler en groupe, l'aisance relationnelle ou la capacité à affronter des situations de fort stress ou de tension.
Pour un migrant ou un réfugié il peut être fondamental de réussir à certifier également, d’une certaine manière, ce type de compétences, surtout dans le cas où on ne possède aucune compétence formelle. Un problème persiste: comment faire pour parvenir à démontrer que l'on est doté de certaines compétences ou qualités. Si un self-assessment ou la réussite d’un test d’aptitude peuvent être des bonnes méthodes afin de montrer ces propres compétences informelles, ceux-ci résultent souvent trop dispendieux, surtout en ce qui concerne le temps nécessaire, ou insatisfaisantes de la part d’un employeur, qui exige une vraie garantie des compétences du candidat, avant de décider de l'embaucher ou pas.
Comment est-ce qu’on adapte la technologie blockchain à la résolution de ce problème ?
Les migrants ou les réfugiés pourraient utiliser la technologie blockchain afin de créer un portfolio numérique dans lequel insérer des vidéos, des tests ou d’autres épreuves qui puissent permettre aux employeurs de vérifier leurs compétences. Voilà comment, en ajoutant les informations à l’intérieur des bases de données qui exploitent l’immuable technologie blockchain, les potentiels employeurs pourraient avoir la certitude que ceux que les individus ont insérés dans leurs portfolios est réellement avéré. Ils peuvent également avoir la possibilité de vérifier directement les capacités et les compétences que chaque individu affirme avoir et, en même temps, ils peuvent facilement communiquer avec les ex-employeurs qui se trouvent dans les pays d’origine des migrants ou des réfugiés et qui peuvent ainsi donner un feedback sur les capacités et les compétences d’un certain individu.